Traduzione e Interpretazione

Giornata di Studi sulla Traduzione

512In occasione della Giornata Europea delle lingue fissata dalle istituzioni dell’Unione Europea per il 26 settembre, e in considerazione del fatto che il 2009 è stato proclamato “Anno europeo della creatività e dell’innovazione”, il Dipartimento di Studi Linguistici sulla Testualità e la Traduzione dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha organizzato ieri una giornata di studi dal titolo: Il mestiere del traduttore tra nuove competenze e nuove tecnologie.

Tematiche come la qualità traduttiva, la formazione dei traduttori, la traduzione professionale, gli strumenti a servizio del traduttore, la traduzione audiovisiva sono state approfondite mettendo a confronto i punti di vista di esperti del mondo accademico, istituzionale e produttivo.

Nomi quali: Franca Poppi, Giovanna Bellati, Marina Bondi, Giuseppe Palumbo e Luciana T. Soliman dell’Università di Modena; Margaret Rogers della University of Surrey; Federica Scarpa, Christofer Taylor e Elisa Perego dell’Università di Trieste; Micaela Rossi dell’Università di Genova; Pamela Negosanti di Expert Systems; Licia Corbolante, socia di Ass.I.Term e Danio Maldussi della SSLMIT di Forlì hanno contribuito ad una giornata che, non diversamente dai cosiddetti refresher course per medici, rappresenta una fertile occasione di formazione ed aggiornamento per il personale della scuola.

Chi accetterebbe, in fondo, di farsi operare da un chirurgo di 40-50 anni che non si aggiorna dalla sua laurea, quindi da almeno una decina d’anni? Secondo me nessuno.

Ora, credo che lo stesso tipo di aggiornamento debba essere auspicato, preteso e promosso in ambito accademico. L’appartenenza di questo post alla sezione Life Long Learning tradisce del resto questa mia volontà di rimanere al passo con una professione ed una disciplina in continuo fermento.

Detto questo, scrivo dal treno ed ammetto di essere piuttosto stanca, quindi non vi farò certo il resoconto di questa giornata. Lascerò, semmai, alcune tracce dei discorsi che sono stati avviati, e della loro paternità, un po’ per schernire la mia cattiva memoria, un po’ per condividere certe piste di riflessione con i colleghi assenti.

Margaret Rogers: “profili” della traduzione e dell’interpretazione, che possono adottare una prospettiva basata sul contenuto (quindi sulla competenza linguistica, testuale, etc.) o sullo sviluppo (quindi focalizzata su concetti quali quali novice, advanced beginners, proficiency, expertise, etc.).

Federica Scarpa: dicotomia tra Formazione alla traduzione (= immediata spendibilità sul mercato del lavoro) e Didattica della traduzione (= saper riflettere sul processo traduttivo. Una dicotomia che tanto mi ricorda quella tra Training e Education, così in voga nei paesi anglofoni.

Christofer Taylor: con una presentazione davvero simpatica e avvincente sono stati introdotti i tre principi cardine della descrizione audiovisiva: clearly- vividly-succinctly. Taylor ha poi chiuso con un colpo da maestro, rubando la frase a non ricordo più chi: “If you have been, thank you for listening” (onestamente non vedo l’ora di riutilizzarla :) )

Elisa Perego: parlando di eye tracking, la Perego ha introdotto termini che non conoscevo quali SACCADI = movimenti oculari e FISSAZIONI = punti di osservazione. È stato interessantissimo vedere come l’eye tracking possa essere utilizzato per studiare come si legge, come si osserva un’immagine, come si guarda un film sottotitolato e scoprire, ad esempio, che la dilatazione della pupilla corrisponde ad un maggiore sforzo cognitivo.

Pamela Negosanti: devo assolutamente dare un’occhiata ai prodotti della Expert Systems perché sono arrivata purtroppo in medias res e ho solo colto di sfuggita l’utilità di software quali COGITO Studio Sensigrafo o COGITO Focus.

Licia Corbolante (che ha lavorato, tra le altre cose, alla localizzazione dei prodotti Microsoft): è difficile quantificare il ROI [Return Of Investment] della gestione terminologica in azienda, perché i parametri sono molto labili (meno errori? Meno tempo impiegato nelle ricerche?) mentre immediato è il calcolo dei costi, che spesso appaiono troppo ingenti per delle aziende che non riescono a percepire il valore di certe metodologie. Va detto altresì che la committenza generalmente ignora cosa s’intenda per metodo onomasiologico della terminologia contrapposto al classico metodo semasiologico dei comuni dizionari e che è pertanto molto difficile dialogare e spiegare i vantaggi di certe azioni. Vige ad oggi, nel campo della localizzazione, un approccio proattivo (= i problemi traduttivi sono identificati prima della localizzazione) rispetto al vecchio approccio reattivo (= risolvo i problemi mano a mano che si presentano). Questo nuovo approccio permetterebbe di evitare vecchi errori che ancora i software si portano appresso perché sarebbe troppo costoso correggerli (è il caso di “Salva con nome” come traduzione di “Save as” che in realtà fa riferimento al formato del file da salvare, non al suo nome. Come noterete da questo riassunto “strabordante” rispetto agli altri, la presentazione della Corborante mi ha interessata non poco. E vi confesso che non tarderò molto ad approfondire queste tematiche sul suo blog all’indirizzo http://blog.terminologiaetc.it

Danio Maldussi: non so se sono condizionata dal fatto che Maldussi è stato un mio professore alla SSLMIT di Forlì, e tra l’altro uno dei migliori e dei più “tosti”, ma la sua presentazione mi è sembrata profondamente entusiasmante e realista al contempo. Pur parlando di tecnologie decisamente promettenti, Maldussi ne ha, infatti, sottolineato anche i difetti, soprattutto per un’utenza che ha dei limiti di tempo e di tariffe. Non ha mancato di problematizzare il fatto che se è vero che le tecnologie permettono di ridurre i costi, è vero anche che questo beneficio è tratto, almeno in questa fase, quasi interamente dal cliente finale, non dal traduttore. Ben al contrario! Come sanno bene tutti coloro a cui capita di collaborare con agenzie che forniscono le memorie di traduzione (cosa che io, dopo alcune esperienze decisamente negative, cerco di non fare), quando ci sono le memorie il traduttore è sotto-sotto pagato, e pure costretto a integrare le memorie, che restano proprietà dell‘agenzia, con il frutto delle sue fatiche. La qual cosa avrebbe senso, e sarebbe del tutto nobile e difendibile, se solo le tariffe, già al ribasso, non scivolassero a livelli ridicoli, passatemi il termine. Maldussi si è anche soffermato sulle inerzie traduttive, quelle che Marcello Soffritti definisce “usi rilassati della lingua”, cioè traduzioni inesatte come “tasso impositivo” per tradurre il francese “taux d’imposition”, quando in italiano esiste il termine “aliquota fiscale”.

Sono uscita dall’aula quando Maldussi si avviava verso le conclusioni, quindi non posso dirvi su quali note abbia chiuso il suo intervento. Sono sicura, tuttavia, che il Professore abbia incorniciato al meglio una giornata iniziata in maniera un tantino superficiale per chi, come me, queste cose le ha già sentite e risentite (il che era comunque giustificato dalla stragrande maggioranza di novizi), ma che è stata poi caratterizzata da un’escalation di tecnicità e, a mio avviso, di attrattiva.

One Response to “Giornata di Studi sulla Traduzione”

  1. Trovo un’ottima traduzione in italiano aliquota fiscale rispetto a taux d’imposition… Purtroppo è un concetto doloroso visto che si presenta ogni anno e ogni anno si alza impoverendo sempre di più le nostre ‘tasche’… scherzi a parte sono biligue francese italiano e trovo l’articolo ben fatto.

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