Traduzione e Interpretazione

Modi di dire: il latino è sempre più fashion

Oggi ho tantissime cose da raccontarvi! A voi decidere se leggere tutto d’un fiato o se digerire poco a poco il contenuto di un post che vi terrà compagnia per almeno una settimana, visto che fino al 30 sarò a Birmingham per la Sesta Critical Link Conference sul Community Interpreting (se siete da quelle parti venitemi a trovare il 28 alle 11.30 alla Aston University ;) )

Comincio dal latino, visto che ha dato il la alla mia giornata. Mentre ero in auto e ascoltavo la radio ho scoperto che il latinorum è tornato molto in voga, soprattutto tra i VIP che si tatuano frasi di gusto piuttosto discutibile. Angelina Jolie in primis. Lo speaker snocciolava detti a più non posso e mi ha fatto venire una gran voglia di riaprire le pagine centrali del mio Petit Larousse Illustré, dove sono riportate parecchie locuzioni latine, greche e straniere.

Alcune sono davvero inutilizzabili, ma altre, se volete essere fashion, potreste utilizzarle per stupire il vostro pubblico, o magari gli amici. E garantisco a quanti di voi hanno fatto latino al liceo che i ricordi del prof che vi ha fatto sudare su quelle dannate carte riaffioreranno con un pizzico di tenerezza.

Per chi di voi non disponesse del Larousse, ma volesse ugualmente costruirsi un piccolo repertorio da usare ad libitum, la pagina di wikipedia dedicata alle locuzioni latine non è male come punto di partenza.

Restando nell’ambito dei modi di dire, vi propongo un link che mi è stato segnalato da un’amica, nonché collega, nonché attenta lettrice di daily: http://www.exmontevecchio.com/perche.html

Troverete una serie di modi di dire, con una spiegazione sul motivo per il quale si dice così. Una piacevole lettura “estiva” che potrebbe contribuire ad arricchire il repertorio a vostra disposizione ;)

Vi segnalo poi due cosucce da leggere.

Anzitutto un articolo del New York Times, dove si parla di Erik Camayd-Freixas, un interprete di tribunale per la lingua spagnola che, come recita il titolo, “spoke up for immigrants”.

E in secondo luogo un libro di Carl Rogers, A way of being (o, nella sua traduzione italiana che però è zeppa di errori e di righe mancanti o non allineate, Un modo di essere). Non è certo una lettura estiva, di quelle da fare sotto l’ombrellone. Ma è un libro che raccoglie alcuni articoli particolarmente illuminati dello psicologo statunitense che ha teorizzato l’ascolto attivo e la terapia non direttiva, dove potreste trovare spunti utili alla professione e alla vostra vita.

Non so se vi capita mai di fermarvi, di tanto in tanto, e di tirare le fila della vostra vita. Non so se vi capita di notare che certe cose, quelle che più vi caratterizzano, irrimediabilmente tornano. Con il libro di Rogers a me è successo proprio questo. Pur avendolo letto per la prima volta era come se non mi fosse nuovo, come se avessi ri-trovato molto del suo contenuto: il divenire, la trasparenza, il mondo reale..con parole diverse ho trovato l’homo viator che ho sempre sentito di essere, fin dai tempi del liceo, tanto che scrissi una tesina di maturità intitolata, appunto, homo viator.

È un eterno ritorno, dove ad ogni giro c’è più consapevolezza, più maturità, più parole per esprimere cose che prima erano solo in nuce.

È bellissimo ritrovarsi di tanto in tanto. E vi auguro di poter fare presto questa esperienza. Se non con un libro di Rogers, magari con uno che vi corrisponda di più ;)

See you after the CL6!

One Response to “Modi di dire: il latino è sempre più fashion”

  1. Ilaria scrive:

    Ciao Nati! :)
    Grazie per il link sui modi di dire, mi affascinano da sempre!
    Ho riaperto il sito, che ora è su mylifeintranslation.net!
    Enjoy the conference!

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