Traduzione e Interpretazione

“La malinconia del traduttore” di F. Nasi

È uno di quei libri che ti prendono dalla prima pagina, di quelli che leggi anche se (come me ieri sera) sei dilaniato dal mal di pancia.

L’ho letto tutto d’un fiato, in due orette in cui non ero più stesa sul letto di casa ma per le strade di Chicago, sotto la neve, o in giro per le campagne di Reggio Emilia, con la bicicletta che ancora ci lascia il tempo di guardarci intorno, di vedere le crepe dell’asfalto e i contorni delle colline.

Ho conosciuto Franco Nasi di persona, in una lezione di dottorato che mi ha lasciato, come forse ricorderete, molto entusiasta.

Ieri l’ho conosciuto di “lettura”, passatemi il termine, scoprendolo come un narratore pulito e avvincente, non solo per traduttori, interpreti, insegnanti, studiosi di lingue.

Questo libro di Nasi è, infatti, un libro per tutti coloro che si scontrano, di tanto in tanto, con i molti dubbi e le poche certezze che le lingue portano con se, soprattutto nel passaggio dall’una all’altra.

E’ per coloro che hanno ancora la voglia di fermarsi a guardare, non solo le colline dalla bicicletta, ma anche le parole straniere che ammiccano sulla pagina di uno scrittore cui si vuole dare voce.

E’ per coloro che cercano il ritmo, nella scrittura, quella musica che si scopre solo leggendo ad alta voce nella solitudine della propria stanza o nella condivisione di un momento che non necessariamente deve essere privato.

E’ uno di quei libri che, dopo tanto ormai, mi ha dato l’emozione del non riuscire a smettere, dell’essere altrove.

Non nella stessa misura dei Pilastri della Terra di Ken Follet, di Memorie di una Geisha di Artur Golden o de Il nome della Rosa di Umberto Eco, ben inteso. Questi sono libri che, oltre a darti quell’emozione e a portarti altrove, sono talmente lunghi da far entrare i personaggi nella tua quotidianità. Tanto che ti mancano quando il libro finisce.

Il libretto di Nasi non ha questo respiro, no, però regala una boccata d’aria che sa di barbecue e un raggio di sole (nonostante la neve di Chicago)

Vi ho convinti? :)

Buona lettura, se mi darete retta…

Nasi, F. (2008). La malinconia del traduttore. Milano: Medusa

One Response to ““La malinconia del traduttore” di F. Nasi”

  1. Ilaria scrive:

    Ottima recensione! :) Mi è venuta voglia di leggerlo!
    Ho notato che ti piace leggere e leggi tanto… ma di solito i libri li compri o li prendi in prestito? Io solitamente li compro, ma tendo a non comprarne molti (questo riguarda soprattutto i romanzi) perché poi, una volta letti, non li rileggo più. Se invece sono libri che leggo per studio, è più probabile che li riconsulti in caso mi dovessero servire. In questo periodo sto leggendo “La traduzione saggistica dall’inglese” di Bruno Osimo, e sembra interessante!

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