Traduzione e Interpretazione

C’è ancora un po’ di giustizia…

Ho iniziato il corso di inglese III sottolineando, come ogni anno, che le 40 ore insieme sarebbero state un dare avere.

L’ho concluso ieri sera toccando con mano la veridicità di quanto avevo detto.

Incapace di proferir parola di fronte al vostro grandissimo regalo, ho lasciato che l’emozione fosse il mio grazie, il mio sorriso la mia riconoscenza.

Ma chiudere nel silenzio non si addice ad una come me. Quindi ecco per iscritto, per non tradire la cattiva memoria, quanto avrei voluto dire ieri a ciascuno di voi. E dico ciascuno, come farebbero gli inglesi (everybody), per mettere l’accento su ogni persona che ha contribuito come singolo al successo di una classe, di un tutto (all) che spero possa andare aldilà dei confini di un corso.

Vi dico grazie con il cuore in gola, con l’emozione a mille per una notizia che mi ha sorpresa non meno del vostro regalo. A riprova che, ancora una volta, chi semina prima o poi raccoglie. Magari non nei momenti e nelle forme sperate, ma raccoglie.

Ieri ho fatto incetta di ringraziamenti e me ne sono venuta a casa con una bellissima stampante. Inutile dire che vi penserò ogni volta che stamperò un foglio (cioè spesso).

Penserò all’inglese sempre più fluido di una morettina tutto pepe.
Alla sorridente spontaneità di una giovane rumena.
Alla pronuncia “scozzese” di un wiki che ha fatto passi da gigante.
Al diesel di un concittadino dagli interventi sorprendenti.
Alle insicurezze di una biondina che, invece, dovrebbe solo andar fiera dei traguardi raggiunti.
Alla discreta simpatia e trasparenza di un omonimo Savignanese.
All’ansia perfettamente mascherata di una bravissima corsista.
Alle invenzioni rocambolesche di colui che ora si darà al francese :)

Oggi ho fatto il pieno di soddisfazione e mi son portata a casa un’ammissione al dottorato di Modena e Reggio Emilia. Superfluo ammettere la mia sorpresa, dal momento che non giocavo in casa e che i media non fanno che enfatizzare i favoritismi di un mondo che sarebbe marcio e ingiusto.

Magari lo sarà anche. Ma in questo mondo c’è ancora un po’ di giustizia. E la mia voce si leva contro coloro che deplorano l’università, i professori venduti, le risorse sprecate. Perché nella mia esperienza l’università è stata la mia seconda casa, i professori la mia guida, le risorse investite in attività che davvero erano a profitto degli studenti. Detta così sembra un bel discorsetto teorico, ma per me si tratta di esperienze vere, di fatti che sono passati per la carne, di emozioni provate alla SSLMIT di Forlì.

Lì dove ancora arrivo, la mattina presto, felice di cominciare la giornata nell’ufficio tecnico, felice di salutare gli uomini che hanno rallegrato ogni fase dei miei studi. Lì dove ho incontrato due persone straordinarie che hanno creduto in me quando non pensavo nemmeno di essere “a good bet”, due professori che mi hanno dato insegnandomi che avrei anche io, un giorno, avuto modo di farlo. Lì dove svolgo tuttora l’attività di tutorato, che in fondo è stata anche la molla per questo blog e per la sezione SOS Tutor.

Per la cena di ieri con il corso di inglese III e per l’ammissione di oggi al dottorato in lingue e culture comparate sono felice. Quella felicità che spesso si insegue. O che talvolta si raggiunge senza nemmeno saperlo, credendo di dover andare ancora più in là.

No. Oggi io mi fermo. E mi godo quella che è già felicità piena. E ringrazio tutti coloro che sono fra queste righe perché vi hanno contribuito.

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