Traduzione e Interpretazione

“Migranti e salute: tra diritto (alle cure) e reato (di clandestinità)”

Sempre più difficile è trovare il tempo per scrivere un post, ma ciò non significa che dailynterpreter non venga aggiornato.

Ben al contrario, dando regolarmente un’occhiata alla pagina dei riferimenti bibliografici, vi renderete conto che il mio è il silenzio denso di chi legge, studia e fa ricerca.

La pagina è, infatti, in crescita continua (anche se non necessariamente ve lo dico) e anche oggi si è arricchita di 3 nuovi riferimenti.

Cito quella che secondo me è la new entry più significativa, ovvero l’articolo di Francesca Severino e Maurizio Bonati dal titolo “Migranti e salute: tra diritto (alle cure) e reato (di clandestinità)”.

Come lo dice il titolo stesso, gli autori riflettono sulla paradossale situazione italiana, dove la legge 94/2009 che sancisce l’obbligo di denuncia del migrante irregolare è entrata in contrasto con la normativa già vigente sul divieto di segnalazione alle autorità dello straniero irregolare che richieda assistenza sanitaria.

Aldilà del paradosso, che è stato risolto con la circolare n° 12/09 del Ministero degli Interni, molte sono le disposizioni d’interesse sanitario relative all’immigrazione trattate nell’articolo.

Il quale ha il merito di fornire un inquadramento teorico e legislativo completo, senza dimenticare di parlare di chi vive sulla sua pelle le conseguenze di tali teorie e leggi.

Ringraziando la persona speciale che me lo ha segnalato, invito tutti coloro che si interessano di salute e immigrazione (quindi anche gli studenti che studiano per essere un giorno in grado di fare gli interpreti e i mediatori) a leggerlo con la massima attenzione.

One Response to ““Migranti e salute: tra diritto (alle cure) e reato (di clandestinità)””

  1. Sig. Tolleranza scrive:

    La situazione negli ospedali è parecchio incasinata. C’è che dice che viviamo in uno stato di polizia e chi è contro ogni forma di denuncia. Io penso che quando si mette in discussione il diritto alla salute dell’essere umano, siamo un passo più vicini all’abominio che al progresso.

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