Traduzione e Interpretazione

Honorifics

Oggi vado molto di fretta ma vorrei comunque condividere una cosa che ho imparato studiando Pragmatics di Stephen Levinson in vista dell’orale del dottorato (argomento, questo, che dovrebbe rientrare nella categoria ricerca, ma non l’ho ancora attivata per scaramanzia ;) )

The book

A pagina 90,  Levinson parla di honorifics, ovvero di tutti quegli onorifici e forme di cortesia che nelle diverse lingue permettono di relazioarsi agli altri in maniera più o meno formale.

L’autore fa l’esempio del francese, che come l’italiano ha una distinzione tra tu e vous, il nostro tu e lei. Tralasciando l’inglese, che come ben sapete non distingue le due forme ed usa uno you comune, Levinson cita alcune lingue del Sud Est Asiatico, come ad esempio il Coreano.

A detta dell’autore, in queste lingue non si dà del tu o del lei, ma si usano parole diverse a seconda del grado di formalità che si vuole stabilire. In una frase come “The soup is hot” – scrive l’autore – la parola “soup” verrà sostituita con una variante più formale.

Non vi lamentate quindi della difficoltà di imparare l’inglese o il francese. Se foste alle prese con giappponese e coreano dovreste imparare non una, ma almeno due parole per designare oggetti e concetti. E dovreste pure ricordare quale delle due è più formale per usarla nel contesto giusto.

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