Traduzione e Interpretazione

BIT di Milano

Ieri sono stata al BIT di Milano. Per quanto il  sia uno dei miei cavalli di battaglia non ci andavo certo per me stessa. Ma come sempre, sono riuscita a raccogliere qualcosa di buono anche da una levataccia alle sei di mattina (di sabato) per andare alla Borsa Internazionale del Turismo.

Ho raccolto sostanzialmente cibo (il che mi ha fatto ovviamente pensare ai poveri finalisti che stanno trascorrendo il loro ultimo weekend di panico).

Sì cibo.

A partire dal pranzo con i ragazzi di italien.com, per proseguire con il cortometraggio proiettato da CERTICIBIT e introdotto dal gastronauta Davide Paolini, per finire con la degustazione di prodotti sardi che ha concluso la panoramica enogastronomica sul Medio Campidano.

Una panoramica culminata nell’intervento di un assessore, il quale ha giustamente ricordato come l’alimentazione sia il primo ed unico modo per portarsi a casa un pezzo del luogo in cui andiamo in vacanza.

L’alimentazione, ha aggiunto, è un modo per valorizzare i prodotti locali e contrastare, magari, quella crisi tanto lamentata, che si leggeva sugli occhi di tutti gli operatori della fiera.

Tranne, forse, nei Padiglioni Mondo, quelli in cui lo Stand della Costa Rica e i balletti della Siria animavano l’atmosfera altrimenti piatta di una fiera molto ripetitiva.

Una fiera che, a giudicare dall’inglese del giornalino distribuito, non ha certo investito sulle traduzioni.

L’opuscolo MilanoMese a cura della Provincia di Milano recita:

“As in the past editions, the Province of Milan is present at BIT, the International Tourist Exchange is indeed an event extremely important…”

Penso di potermi fermare qui. Le due traduttrici che hanno persino il coraggio di firmarsi nell’opuscolo non sanno nemmeno che l’aggettivo in inglese va messo prima. Lo si impara alle scuole medie. O forse prima.

Che vergogna.

4 Responses to “BIT di Milano”

  1. Sara scrive:

    GULPPPPPPPPP!!!!!!!!!!!

  2. :) scrive:

    oh my gold O_O …

  3. Stefi scrive:

    Ciao,
    sono capitata su questo articolo cercando informazioni sulla BIT. Io sono una traduttrice agli inizi, nonché appassionata viaggiatrice indipendente, e mi chiedevo se fosse il caso di andare in BIT a lasciare qualche biglietto da visita.
    Hai provato? E’ un’idea balzana, secondo te?
    Ciao!

  4. doroty scrive:

    mamma mia che errore incommensurabile! persino io, che non sono laureata in lingue, me ne sono accorta subito inorridita!
    menomale che cercavano interpreti di alto livello per questa fiera!!!

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