Traduzione e Interpretazione

Un giorno extra-ordinario nella vita di un’interprete

Basta una settimana di silenzio per far precipitare le visite di un blog in caduta libera. È quindi ora di riprendere le fila della mia vita di blogger (quella di insegnante e di interprete le ho già riprese martedì) e di scrivere qualcosa di una giornata extra-ordinaria di un’interprete: il matrimonio.

L’intento è duplice: 1) scrivere un post di ringraziamento, per tutti coloro che hanno aiutato me e mio marito (ok my God, mi ci abituerò mai?) a porre le basi della nostra nuova famiglia; 2) fare un po’ di sana pubblicità a tutti coloro che con il loro lavoro hanno contribuito a renderlo un giorno davvero speciale.

Ma vista la stanchezza, la condizione precaria in cui scrivo (sono le 6.57 e sono sul treno per Modena) e l’arduo compito che mi sono prefissata, non so se riuscirò nell’impresa. Ad ogni modo, da qualche parte devo pur cominciare. Quindi, come disse uno dei relatori che ho tradotto in occasione della mia prima simultanea, piutost che nient le mei piutost ;)

Va detto, anzitutto, e penso che Francesco sia sulla mia stessa lunghezza d’onda in tal senso, che il matrimonio comincia ben prima del fatidico giorno. Non solo per chi, come noi, già vive insieme da anni, ma anche per chi, magari per risparmiare o per voglia di DIY, decide di fabbricare da sé le piccole cose che ruotano intorno al matrimonio: le partecipazioni, il tableau per il ristorante, i segnaposto o le bomboniere etc.

In tutta onestà, se pensate di risparmiare con il bricolage, SCORDATEVELO!

Carta, colla e accessori vari vengono a costarvi quanto delle partecipazioni già belle e pronte. Ma il bello sta nella condivisione dei piccoli gesti di preparazione, in quelli che si ha il tempo di gustare nei mesi precedenti il matrimonio, nelle litigate, anche in quelle, che costellano le due settimane prima.

Perché il giorno stesso vola. Tutti ce lo avevano detto. Ma vola in una maniera che non si immagina. Mesi e mesi di desiderio, di preparazione, di concentrazione su una giornata che poi PUFF, sparisce, lasciandosi dietro la traccia dei ricordi che ha generato in voi e negli altri e delle foto che sono state scattate. Motivo per cui, le foto, sono un investimento preziosissimo.

Come vi ho già detto, nel post in cui ho caricato il libretto bilingue della messa, ci siamo affidati al fotografo Marco Onofri dello studio Senape di Cesena. E a cose fatte posso dirvi, senza aver ancora visto i provini, che è straordinario. Non invasivo, discreto, ma sempre presente. Niente sbavature, niente forzature (i.e. mettetevi così, mettere la mano cosà), niente fari di scena che accecano durante la celebrazione. Solo quello che si è, con grande trasparenza. Se volete spendere poco non fa al caso vostro, ma se pensate, come noi, che le foto siano una delle cose più importanti e non amate le pose costruite e forzate, Marco Onofri è il meglio. E si circonda di collaboratori nel suo stile, con pari discrezione e forse ancor più grande sensibilità. Penso a Caterina, che ringraziamo, per la dolcezza con cui si è inserita in quella giornata e per le emozioni che non ha mancato di lasciar trasparire durante la messa, mentre faceva il reportage di un momento intenso che lei ha sentito, al pari degli altri che erano presenti.

Ringrazio, di nuovo e a maggior ragione, anche Cristina e Margherita delle Spose di Giò. Commessa la prima, sarta la seconda, hanno entrambe colto quello che faceva per me e mi hanno vestita per quello che sono, anche loro senza fronzoli o sbavature, ma con uno strascico che, lo ammetto, è stato piuttosto impegnativo da gestire ;) Per non parlare del velo di organza, ancor più lungo, in cui una bambina si è arrotolata (a mo di involtino primavera) proprio mentre stavamo uscendo dalla chiesa.

Ringrazio anche Andrea, che ha vestito il mio piede “pieno”, come dice lui in maniera politicamente corretta, con una bellissima scarpa di Giuseppe Zanotti che ho tenuto tutta la giornata. E per una che i tacchi li porta di rado, un tacco 8 con plateau (quindi con la portabilità di un 7) tenuto per più di 10 ore è una grande conquista.

Andando più o meno in ordine, ringrazio poi, a nome di Francesco, il negozio Piccadilly di Rimini che lo ha vestito come un lord inglese. Un completo di Armani, che ho scoperto nella sua gamma alta (che non ha niente a che vedere con le linee dell’Emporio), con gilet e cravatta avorio, che facevano pendant con il mio vestito. Eravamo una cosa sola. In gran parte grazie ad un commesso straordinario che ha visto lungo e che, dovendosi sposare la settimana scorsa, ha trattato Francesco come avrebbe trattato se stesso.

Un grazie va anche a Cesarina e Sara della società agricola Donini, per il colore con cui hanno abbellito la chiesa: girasoli, gerbere e lilium, un trionfo di gioia e di finezza, preparati con un amore che era palpabile, visibile. Senza contare che, così vestita, la mia piccola 500 era davvero splendida.

Grazie, ancora, alla Locanda Antiche Macine. Per la disponibilità nei mesi precedenti il matrimonio, quando i suoi gestori si sono a turno presi il tempo di spiegarci nel dettaglio quello che sarebbe successo, quello che era necessario. Per due sposi indaffarati come noi è stato importantissimo avere qualcuno che ci seguisse, prima durante e dopo, con trasparenza e professionalità e con, anche questo va detto, un prezzo onestissimo per il servizio e la location che offrono. Si sono complimentati tutti con noi per l’accoglienza, per il giardino meraviglioso, per il cibo, ottimo e servito rapidamente, per la piscina (in cui non hanno mancato di buttarci per gli ultimi scherzi) e per tanto altro. Segnalo, in particolare, che i maggiori complimenti sono stati indirizzati al risotto mantecato allo squaquerone con fiori di zucca, alla tagliata con verdure croccanti e al maialino da latte con composta di mele e funghi fritti.

Grazie, visto che la torta non era compresa, alla pasticceria Dolci Tentazioni di Sant’Ermete (Santarcangelo di Romagna). Non solo per la torta nuziale, che era buonissima, ma anche e soprattutto per il secondo assaggio che non ci hanno nemmeno fatto pagare. A detta del proprietario, è importante per un pasticcere che arrivino non solo le lodi ma anche le critiche, che spingono a migliorarsi. E il suo modo per ringraziarci di un: “era decisamente troppo alcolica” è stato di stupirci con una buonissima torta alla crema al limone e fragole fresche.

Tralascio i vari negozi di faidate in cui abbiamo comprato il materiale per partecipazioni e segnaposto, ma ringrazio il vivaio L’orto e il tuo giardino che ci ha rimediato 180 mini cactus con spine con cui abbiamo fabbricato i segnaposto. A testimonianza di come bisogna amare e farsi amare per quello che si è, con tutte le spine che fanno ugualmente parte della nostra vera essenza.

Ringrazio anche gli amici del coro dei giovani di San Mauro Pascoli, che si sono presi il tempo per provare i canti e persino per imparare la strofa in francese dell’Emmanuel. La partecipazione e la gioia anche di chi non abbiamo potuto invitare al ricevimento ci hanno profondamente commossi. Perché l’impegno e il tempo che hanno speso per noi non erano affatto dovuti e hanno avuto il sapore buono delle cose inaspettate. Tra loro ringrazio in particolare Matteo, che ha diretto il gruppo, e Silvia, che ha suonato la Valse d’Amélie al nostro ingresso in chiesa.

Ringrazio anche Alessandra, dell’agenzia Veneri Viaggi e turismo di Cesena, che si è prodigata per contenere i costi della nostra luna di miele in Sud Africa, Zimbabwe e Seichelles, limando le stelle degli hotel e i prezzi dei 10 trasferimenti e capendo, senza bisogno di tante spiegazioni, quelle che erano le nostre priorità. Di certo non una struttura superlusso con tanto di petali e champagne sul letto al nostro arrivo, ma il fatto di essere lì, lontano da tutto e da tutti, anche da un dailynterpreter che rimarrà muto per 3 settimane ad agosto.

E ringraziamo Luciana Soliman, a cui dobbiamo l’emozione di esser stati capiti, nel silenzio denso di chi con poche parole e molta sensibilità ha saputo descrivere il gesto che stavamo per compiere: “Scegliere di amare per sempre è un atto di fiducia nell’altro e in se stessi, la testimonianza che in noi alberga il desiderio di vincere la fugacità terrena del nostro essere”. O, in un francese che ho malamente tradotto per il libretto e che non le rende giustizia: “Choisir d’aimer pour toujous, c’est un acte de confiance à l’autre et à soi-même, c’est la preuve que nous abritons le désir de triompher de la fugacité terrestre de notre être”.

Prima di concludere con un ringraziamento a chi c’era al matrimonio, spendo due parole per chi c’è stato prima, fino all’ultimo. E cioè la mia estetista e la mia parrucchiera, rispettivamente Daniela dell’Estetica Daniela di San Mauro Pascoli e Carmen del Punto Due di Savignano. Che oltre ad essere due professioniste sono due amiche che mi conoscono da anni. Ringrazio entrambe perché senza che io dicessi niente mi hanno truccata e pettinata con freschezza e semplicità, valorizzando quello che sono ma permettendomi di rimanere me stessa. E stato bellissimo averle, insieme, a casa dei miei genitori. Vedere come le cose si incastravano perfettamente intorno a me, che sono tra l’altro arrivata in perfetto orario. È stato forse uno dei momenti più belli della giornata insieme alla messa. E per questo sarò loro eternamente grata.

E ora, per finire, un grazie a chi ha partecipato ai festeggiamenti. A cominciare da don Sanzio Monaldini, che ha emozionato e stupito tutti con la sua omelia, per proseguire con le nostre famiglie e i nostri testimoni (come avrei fatto, Francesca, senza i tuoi fazzoletti?), per arrivare a ciascuno dei presenti.

Forte è la tentazione di ringraziavi uno ad uno, citando nome e cognome e quanto di buono avete fatto per noi. Ma sarebbe lesivo della vostra privacy nonché, probabilmente, di cattivo gusto.

Vorremmo però che vi sentiste tutti chiamati in causa se vi rivolgiamo il nostro ringraziamento più sincero. Perché vi abbiamo chiamati tutti come testimoni dell’impegno che ci siamo presi e voi avete risposto all’appello. Perché abbiamo messo le fondamenta della nostra famiglia chiedendovi una mano per costruire il resto e voi ce l’avete data, ciascuno nella misura del suo possibile.
E perché avete animato, chi con giochi e video, chi con la musica, chi con il sorriso e chi semplicemente con la sua presenza, una giornata che è stata indimenticabile. A quanto pare non solo per noi…

Grazie infinite,
Natacha e Francesco

4 Responses to “Un giorno extra-ordinario nella vita di un’interprete”

  1. Maria Rosaria scrive:

    Bentornata allora! Trovo molto carina l’idea di ringraziare così dettagliatamente tutte le persone che hanno contribuito a rendere quel giorno extra-ordinario… soprattutto il fatto che tu non ti sia rivolta soltanto a parenti ed amici ma in particolare a coloro che hanno lavorato dietro le quinte ed erano quindi invisibilmente presenti. Grazie anche per aver condiviso tutto questo con le persone che leggono e partecipano al tuo blog. E ora si ritorna alla normalità anche se ti porterai sicuramente dietro questo ricordo che, anche se impercettibilmente, ti avrà cambiata!

  2. Michele scrive:

    Finalmenteee il daily riprende vita!! bentornata :]
    La descrizione di questo giorno extra-ordinario che filtra dai tuoi ringraziamenti ce lo mostra davvero come un giorno da sogno: sono molto contento per voi!
    Ci dirai, col passare del tempo, il sapore che ti lascia e come lo ricorderai..
    Grazie per aver condiviso questa gioia anche con noi!
    A presto,
    Michele

  3. Lisa scrive:

    Ciao, signora Borghetti!
    Non so se ti ho già scritto che ho un debole per i matrimoni, specialmente quelli religiosi…
    Beh, leggere il tuo post mi ha commosso e mi ha dato la sensazione di essere stata lì quel giorno, o magari di essere stata dietro le quinte…
    Se io ho provato questo, figuriamoci la gioia e l’emozione provata da chi realmente c’era e da tutte le persone alle quali avete indirizzato il vostro ringraziamento!
    Post scritto benissimo, anche questa volta sei stata semplice e genuina, proprio come la cucina romagnola! :D
    Complimenti e speriamo che presto tu possa renderci partecipi di altre gioie e di altre giornate “extra-ordinarie”!
    Un abbraccio forte e a presto!
    Lisa

  4. Stefania scrive:

    Cara Natacha,

    sono nuova nel tuo blog, mi chiamo Stefania e sono un’aspirante interprete:) Innanzitutto ti faccio le mie congratulations per il tuo matrimonio, ho trovato la tua descrizione della giornata molto delicata e fine, mi ha quasi fatto venire la voglia di sposarmi!(e lo dice una che non ne ha la minima intenzione:)
    Cmq, ti scrivo principalmente per ringraziarti di aver creato uno spazio virtuale dedicato alla professione dei miei sogni, che tu già pratichi e vivi. E perciò, mi permetto di chiederti dei consigli. Premetto che tenterò di entrare nella magistrale in Interpretazione a Forli il prossimo settembre, per la seconda volta! La prima, l’anno scorso, purtroppo non é andata, sono rimasta fuori per due punti al test d’ingresso. Nonostante ciò, non mi sono data per vinta e, dopo tanti anni dedicatia llo studio delle lingue, inglese e spagnolo, qst’anno mi sono presa del tempo per viaggiare e migliorare le mie competenze per poi ritentare l’ammissione in facoltà. Fare l’interprete é il mio sogno da sempre, e sono molto determinata nel realizzarlo.
    Ora, tu cosa mi consigli? E soprattutto, pensi che solo i bilingue possano riuscire in qsta professione o anche una comune terrestre come me potrebbe farcela? Come descriveresti la tua esperienza alla SSLMIT? E’ davvero cosi dura come la dipinge la maggior parte della gente?
    Spero troverai il tempo per rispondermi, mi saresti di grande appoggio!
    Un bacio,
    Stefania.

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